Storia

Storia 


Dopo l’Unità d’Italia si avverte sempre più, a livello di Stato nazionale, la necessità di salvaguardare il patrimonio documentario delle diverse passate istituzioni politiche italiane. La neonata provincia di Benevento accoglie con difficoltà tale esigenza a causa in gran parte della sua anomala costituzione. Infatti, diversamente dalle altre province, essa nasce con “decreto” di Garibaldi. Tale condizione la porterà ad una situazione di precarietà, sempre in procinto di essere soppressa. A questo si aggiungono altre problematiche: mancanza di fondi, di strutture, di tradizioni civiche, brigantaggio, povertà economico-sociale diffusa, emarginazione dalla vita nazionale, prevalenza assoluta della proprietà ecclesiastica, contese con le province contermini, comuni che rifiutano l’annessione imposta. 

Archivio storico provinciale 

I documenti storici vengono raccolti e depositati in luoghi diversi nell’attesa della costituzione di un archivio che tarda ad avvenire. Agli inizi del Novecento, la normativa statale prevedeva un archivio statale, alle dipendenze del Ministero dell’Interno, in ogni capoluogo di provincia, la quale doveva provvedere a gran parte delle spese per il suo funzionamento. Purtroppo la Provincia di Benevento, per ben cinquant’anni, non era riuscita a dar vita all’istituto e allora delibera la creazione di un archivio storico provinciale del quale può così decidere autonomamente struttura, personale e direttore. 

Istituzione dell’Archivio di Stato 

L’Archivio di Stato di Benevento viene istituito, inizialmente come sezione di Archivio, con decreto del Ministro dell’Interno del 10 aprile 1954, in attuazione della legge del 1939 sul nuovo ordinamento degli Archivi di Stato. Solo a cento anni dalla sua costituzione anche la provincia di Benevento può così disporre finalmente dell’Istituto preposto alla conservazione delle fonti documentarie del territorio. 

Nonostante fosse stato raggiunto tale traguardo, continuerà ad esistere come entità separata anche l’Archivio storico provinciale, fino alla soppressione, deliberata dalla Provincia nel 1973, che assegnerà la documentazione al museo. 

A causa di questo ritardo nell’istituzione dell’Archivio, ancora oggi molti documenti di pertinenza statale sono dispersi o conservati impropriamente da istituti ed enti diversi, altri sono andati distrutti, per altri ancora è in corso un faticoso lavoro di recupero. 

L’Archivio di Stato oggi 

La documentazione che si conserva negli Archivi di Stato riflette il mutare delle circoscrizioni territoriali nel tempo: la storia della città di Benevento, a lungo enclave pontificia all’interno del regno di Napoli, comporta che una parte della documentazione relativa ai comuni della provincia è correttamente custodita e può essere consultata presso gli Archivi di Stato di Roma, Napoli, Avellino, Caserta, Campobasso e Foggia. 

Tuttavia, si è intrapresa anche un’opera di recupero del materiale disperso, partendo dalla ricostruzione dei percorsi storico-istituzionali dei documenti. Per esempio, è stato possibile far tornare a Benevento, nel 2008, i 237 volumi e registri dei monasteri soppressi (XV-XIX secolo) che, nel 1950, erano stati trasferiti all’Archivio di Napoli. 

Progetto delle scaffalature per l’archivio da istituire (Amministrazione Provinciale del Sannio, b 1)


Per saperne di più 

Ultimo aggiornamento

9 Ottobre 2024, 11:03